Ode al primo giorno dell’anno
Pablo Neruda e la sua Ode al primo giorno dell’anno.
Auguri a tutti e tutte!
Ode al primo giorno dell’anno
Lo segnaliamo
come
se fosse
un cavallino
diverso da tutti
i cavalli.
Adorniamo
la sua fronte
con un nastro,
gli mettiamo
al collo sonagli colorati
e a mezzanotte
andiamo ad accoglierlo
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
batton le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggitivi,
e si rifugiano nella notte oscura.
La terra
non lo
sa:
riceverà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo estenderà in colline,
lo bagnerà con
frecce
di
trasparente
pioggia,
e poi
lo avvolgerà
nel suo grembo,
lo custodirà nell’ombra.
È così, una
piccola
porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
benché sia uguale
come i pani
a ogni pane,
vogliamo viverti in altro modo,
vogliamo mangiarti, fiorirti,
aspettarti.
Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti accenderemo
come un candeliere,
ti berremo
come
se fossi un topazio.
Giorno
dell’anno
nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte
le foglie spuntano verdi
dal
tronco del tuo tempo.
Incoronaci
con
acqua,
con gelsomini
sbocciati,
con tutti gli aromi
dischiusi,
sì,
benché
soltanto
sia
un giorno,
un povero
giorno umano,
la tua aureola
palpita
sopra tanti
stanchi
cuori,
e sei,
oh giorno
nuovo,
oh nuvola ventura,
pane mai visto,
torre
che resiste!
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