Oggi vi racconto la mia esperienza con il Toastmasters Club
Toastmasters, ovvero maestri delle cerimonie. Questo termine Inglese è il nome di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si propone di aiutare le persone a diventare efficaci comunicatrici e a migliorare il loro modo di parlare in pubblico, diventando leader nella loro comunità. Qui vi racconto la mia esperienza di ospite in un paio di club diversi. Buona lettura!
Toastmasters, dicevamo. Vi chiedete come ho conosciuto questo strano club? Semplice, da un paio d’anni faccio parte di una community di donne che studiano Inglese insieme. Se volete saperne di più, leggete l’articolo che ho scritto in proposito.
Oggi però vi voglio raccontare la mia esperienza con il Club Toastmasters. Me ne ha parlato la prima volta la mia speaking partner Denisse, una splendida ragazza mozambicana con la quale mi esercito a parlare Inglese in modo corretto e ad impararne la grammatica. Ma di lei vi racconterò in un altro momento.
Che cos’è Toastmasters International
Come scrivevo più sopra, Toastmasters International vuole
- formare dei leader, cioè persone in grado di aiutare la loro comunità a migliorare;
- formare le persone insegnando loro le migliori tecniche per un’ottima comunicazione;
- aiutarle a migliorare il loro modo di parlare in pubblico, superando la paura che le blocca;
- fornire ai soci il materiale di studio necessario a raggiungere gli obiettivi suddetti e dare loro una valutazione il più possibile positiva, in modo che possano raggiungere il loro scopo.
In seguito alle restrizioni dovute alla pandemia, molti club si sono visti costretti ad incontrarsi online e questo ha permesso a moltissime persone di partecipare anche da molto lontano. Dicevo che Denisse mi ha proposto di partecipare come ospite a un evento organizzato da “Florida Toastmasters South Africa“. Così ho voluto provare.
Non l’ho scritto, ma immagino si capisca che gli incontri si svolgono parlando esclusivamente in Inglese. Ora il mio livello sarà un B2; quindi quel primo meeting di maggio è stato abbastanza sconvolgente, in quanto non ho capito quasi nulla. E questo sia perché non conoscevo la modalità con cui le riunioni si svolgono, sia perché stavo ascoltando persone di madrelingua Inglese. Non solo, essendo in Sudafrica, parlavano con un accento diverso da quello a cui ero abituata (non che io capisca perfettamente i nativi che parlano in British, Australian o American English, sia chiaro!).
Come si svolgono le riunioni del club
Le riunioni si tengono il primo e terzo martedì del mese alle 19,30 ora locale. Durano un paio d’ore, con una breve pausa. La maggior parte dei partecipanti sono persone iscritte al club. Sono ben accetti però anche gli ospiti esterni, come la sottoscritta. All’inizio dell’incontro la presidente introduce l’agenda della serata perché tutti possano partecipare attivamente; successivamente, la segretaria riassume l’incontro precedente. C’è poi la sessione educativa, dove un socio del club presenta una lezione relativa al parlare in pubblico, all’essere un buon leader o altro. A questo punto si chiede agli ospiti di introdursi brevemente, spiegando perché hanno deciso di partecipare all’incontro. E poi si entra nel vivo della riunione. Qui, vi devo fare una breve descrizione di ciò che avviene:
- il cuore delle riunioni dei Toastmasters Club, sono i “prepared speeches”, cioè dei brevi discorsi pubblici, precedentemente preparati e che durano da un minimo di 4 a un massimo di 6 minuti su un tema prestabilito dall’oratore. Questi discorsi sono attentamente valutati in tutti i loro aspetti da diverse persone. C’è una prima valutazione complessiva relativamente alla capacità di coinvolgere gli ascoltatori, al linguaggio del corpo, alla chiarezza espositiva e alla sua modalità, a come ci si pone davanti alla telecamera; c’è poi la valutazione sulla proprietà di linguaggio, correttezza grammaticale, uso eccessivo di interiezioni (eh, ah, mmh, e simili), durata dell’intervento.
- La seconda parte degli incontri, è dedicata agli “impromptu speeches“: si tratta di brevissimi discorsi fatti al momento da volontari su un tema sconosciuto. Il “Table Topic Master” è il maestro che ha il compito di stabilire il tema del discorso e presentarlo al volontario dopo che questi si è dichiarato disponibile. Significa cioè che si deve improvvisare un discorso al momento, su un tema sconosciuto fino a un attimo prima di aver dato la propria disponibilità. Anche questo intervento, della durata di uno, due minuti, sarà valutato come il precedente.
- La terza parte dell’incontro è dedicata alle valutazioni complessive. Qui è davvero interessante scoprire che le le stesse non riguardano solo chi ha fatto i discorsi (brevi o lunghi che siano), ma anche gli stessi valutatori, che sono a loro volta valutati con gli stessi criteri descritti più sopra. C’è poi una valutazione complessiva di tutto l’incontro da parte di un’altra persona, la quale mette in luce gli aspetti positivi e negativi (eventuale ritardo nell’inizio dell’incontro, intoppi legati alla tecnologia, capacità di accogliere e far interagire ospiti e nuovi soci, e così via). In altre parole, ogni aspetto della serata è sottoposto a valutazione da parte di un membro del club. La valutazione è finalizzata a migliorare sia i singoli sia il club nel suo complesso e ci sono frequentemente membri di altri club che partecipano come valutatori generali, proprio per offrire un punto di vista esterno e permettere così al club di migliorarsi sempre di più.
- L’ultima parte è dedicata agli appuntamenti futuri, alla richiesta di un parere agli ospiti presenti (quindi una ulteriore valutazione dell’incontro) e ai saluti finali.
Ora, io devo confessarvi che non ho mai avuto molta fiducia in questo tipo di attività: troppo spesso ho visto persone che proponevano corsi per diventare comunicatori e leader efficaci, rivelarsi quelli che io chiamo “venditori di pentole”.
E quindi vi chiederete perché ho deciso di partecipare. È presto detto: volevo migliorare la mia capacità di ascolto della lingua inglese ed anche, se possibile, la mia capacità oratoria.
Quello che mi ha colpito di più, è stato il clima caldo e accogliente che ho trovato sempre da parte di tutti, con continui incoraggiamenti a partecipare e richiesta di pareri sull’andamento delle riunioni. Alla fine ho fatto il mio primo “discorso preparato” e sono stata valutata molto positivamente; ho fatto anche due discorsi improvvisati, che mi sono serviti a sciogliere il ghiaccio e sentirmi più sicura di me stessa.
Tutto questo per dire che mi sono dovuta ricredere e mi sono resa conto che non tutti i corsi sono uguali. Intendo dire che gli amici di Florida Toastmasters South Africa, non sono affatto dei venditori di pentole.
A questo punto, avendoci preso gusto, ho cominciato a partecipare saltuariamente anche a Bloomsbury London Toastmasters, dove ho trovato la stessa calda accoglienza e qualche diversità negli accenti (British, ma anche persone originarie da Paesi Asiatici o dall’Est Europa).
E questa è la mia esperienza, che spero troverete interessante e che vi farà desiderare di partecipare anche voi.
Molto interessante!!! Peccato che non so parlare inglese e in questo momento non sono in grado di impararlo, magari in futuro…
Ciao Ada e grazie del commento!
In realtà ci sono dei Toastmasters Club bilingue, dove si può praticare il parlare in pubblico sia in Italiano che in Inglese.
Ho trovato un club a Roma: https://www.toastmastersmilaneasy.it/il-toastmasters/
a Milano e a Firenze: https://www.toastmastersmilaneasy.it/il-toastmasters/
https://www.facebook.com/groups/TMFirenze/
ma sicuramente ce ne sono altri!
Buona ricerca e buona chiacchiera!
A presti
Mari