Olimpio “Mauso” Cari, artista Sinto
Sappiamo tutti che le assurdità leghiste di Salvini sono discorsi fatti unicamente a scopo elettorale, sappiamo anche che lo stesso è un europarlamentare assenteista, che vive alle nostre spalle e con i nostri soldi e che, con la scusa di “stare nel territorio con la mia gente” non fa il lavoro per cui lo stiamo pagando tutti (purtroppo) al Parlamento Europeo.
A parte questo particolare ho deciso di pubblicare ogni giorno, per almeno una settimana, una serie di opere di autori Rom e Sinti. Per contrapporre ai soliti discorsi stereotipati e semplicistici un minimo di conoscenza e di cultura e perché, anche, sono piuttosto stufa di sentire le scemenze di chi fomenta odio e razzismo nei confronti di minoranze come Sinti, Rom e immigrati.
Ecco quindi che, tanto per cambiare, la prima ad essere sorpresa sono stata io. Avevo deciso di pubblicare le poesie di poeti Rom e Sinti e quindi le ho cercate navigando in rete. Il primo poeta in cui mi sono imbattuta è stato Olimpio “Mauso” Cari che però non si limita ad essere un poeta, ma è anche fotografo e pittore. Qui potete ammirare tre coloratissimi quadri da lui dipinti e, nel frattempo, leggere due sue poesie.
Sogno d’infanzia zingara
Ricordo verdi boschi
vallate di sogni
profumo di caffè al mattino
scricchiolio di ruote
alla partenza dei carri
verso il lungo cammino.
Conosco il bosco
conosco la strada
conosco la libertà.
Gli alberi e i sassi
mi insegnavano storie antiche,
saggezza degli avi.
E il vento sussurrava
melodie lontane
di musiche zingare.
Amo il bosco
amo la strada
amo la libertà.
Il sogno dell’infanzia
è svanito per sempre.
Cemento e muro
e case ammucchiate.
E l’unica strada
mi porta indietro.
Perché mi togli il bosco
perché mi togli la strada
perché mi togli la libertà?
Libero come la musica zigana
Sono nato sotto una tenda
in una notte d’estate
in un accampamento zingaro
ai margini della città.
I grilli mi cantavano la ninna nanna
la luna mi fasciava di raggi d’oro
e le donne vestivano gonne fiorite.
Sono cresciuto su un carro
dalle ruote scricchiolanti.
Eravamo ragazzi
senza ieri e senza domani
mendicavamo il pane nella pioggia e al sole
correvamo incontro ai nostri sogni
alle nostre fantasie nel bosco.
Ora sono diventato grande
la mia tenda è distrutta
il mio carro si è fermato.
Ma cammino ancora per essere libero
come il vento che scuote il bosco
come l’acqua che scorre verso il mare
come la musica di un violino zigano.
Chi è Olimpio “Mauso” Cari:
Autore di numerose poesie sugli aspetti tradizionali della vita dei Sinti Estrakaria, scrive anche i testi delle canzoni che egli stesso mette in musica e da alcuni anni ha iniziato a cimentarsi nella scultura restituendo a legni “morti”, trovati in laghi, fiumi e mari, una nuova anima e vita. Inoltre si dedica da sempre alla pittura, realizzando quadri che hanno ottenuto il plauso di critici e pubblico. Dopo la prima mostra, tenuta nel 1987 a Pergine Valsugana, nel Trentino, ha esposto, tra l’altro, in Italia ad Arco Tn, Belluno, Brunico Bz, Caerano di San Marco Tv, Levico Terme Tn, Montepulciano Si, Roma, Rovereto Tn, Senigallia An, Torrecuso Bn, Venezia e Trento, in Austria a Bärnbach, Bregenz, Graz, Innsbruck, Klagenfurt, Kufstein, Stadtschlaining e Vienna, in Francia a Cluny, Saintes-Maries-de-la-Mer e Strasburgo, in Slovacchia a Bratislava, in Svizzera a Bergün, Savognin e St. Moritz, in Ungheria a Budapest. Ha pubblicato il libro “Appunti di viaggio. Tracce di un’infanzia zingara” (edito nel 2005 anche in lingua tedesca, presso una casa editrice di Vienna, con il titolo di “Unterwegs. Spuren einer Zigeunerkindheit”) che comprende racconti con i ricordi della sua infanzia, poesie e fotografie. Vive e lavora a Pergine Valsugana (Trento) (fonte: SucarDrom)
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