Migranti, cittadinanza, Andrea Segre, il Papa
Migranti, cittadinanza, Andrea Segre, il Papa… Lo so sembra un titolo senza senso, ma ne parlano tutti e così tocca render conto. Ne hanno parlato l’alto commissariato Onu, il regista Andrea Segre ed il Papa. Poi, naturalmente, c’è la vergognosa figura di governo e parlamento sulla cittadinanza alle seconde generazioni.
Lasciamo per ultimo il Papa e cominciamo con l’Alto Commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein. Parlando dei rimpatri, ha detto che i migranti sono derubati, stuprati ed assassinati in Libia. Ha detto anche che la guardia costiera libica a volte salva i profughi in pericolo, ma a volte sceglie di non farlo. Una guardia costiera, precisa, che ha sparato alle imbarcazioni delle Ong, costringendole a stare molto più lontane di prima rispetto al tratto di mare in cui si pratica l’operazione di ricerca e salvataggio. L’Alto commissario conclude così:
Non possiamo continuare a distogliere lo sguardo da questa brutale realtà.
Oggi in parlamento, si è consumata l’ennesima vergogna: il senato ha cancellato la riforma della legge sulla cittadinanza dal calendario dei lavori. Dopo anni che i figli di migranti aspettano di essere riconosciuti per quello che sono, cittadini di fatto, i nostri baldi senatori (che avrebbero potuto votare la legge subito dopo che era stata approvata dalla camera nell’ottobre 2015- Governo Renzi), hanno deciso che non ci sono i numeri, che siamo in periodo pre-elettorale e che questa legge scuote le sensibilità, non è accettata dalle persone e così via. Bisogna dire che i politici hanno avuto davvero una grandissima faccia tosta: prima di tutto non hanno voluto presentare la legge per quello che realmente è: riconoscere a ragazzi arrivati qui piccolissimi o nati qui, il fatto che sono cittadini italiani a tutti gli effetti. Oltretutto questo disegno di legge è molto soft e non c’entra proprio nulla con il tanto sbandierato (anche dai media) jus soli. Si tratta, infatti, della possibilità di diventare italiano per chi ha già i genitori presenti da anni, con la carta di soggiorno, un lavoro, una casa e nessun reato; oppure di diventarlo dopo aver frequentato un corso completo di studi.
Invece niente: non solo niente possibilità di votare, ma anche niente stage all’estero e, invece, tante file in questura a chiedere un permesso di soggiorno come chi in Italia è arrivato ieri e ancora non conosce nulla del nostro paese. E questo dimostra una volta di più che la nostra politica è ferma al Paleozoico e da lì non si schioda.
E veniamo al regista Andrea Segre, che ha appena presentato a Venezia il nuovo documentario: L’ordine delle cose di cui potete vedere il trailer più sotto.
Il film racconta la storia di un funzionario del ministero dell’interno inviato in Libia per arginare i flussi migratori e lì scopre un’altra realtà.
Nel video più sopra Segre pone tre domande a Papa Francesco, che ha dichiarato
Ho visto delle fotografie, gli sfruttatori. Credo, ho l’impressione, che il governo italiano sta facendo di tutto per lavori umanitari di risolvere anche problemi che non può assumere.
Ecco, mi spiace molto per Papa Francesco, ma io la penso come Andrea Segre e non credo che pagare la Libia di al-Serraj perché paghi, a sua volta, chi fino a ieri si è arricchito organizzando i viaggi in Italia, sia la soluzione. Una soluzione sarebbero i corridoi umanitari e un’altra i visti umanitari, rilasciati anche dalle sedi consolari della Santa Sede. Ci ha mai pensato, Santità?
Film di Film di Andrea Segre
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