È un’ora che sono qui ad aspettare l’uomo che amo come un padre anche se mi è solo padrino. La mia amica (la sua “vera” figlia) non lo può sopportare e, ogni volta che la vedo, non fa che ripetermi il suo odio per quell’uomo impossibile. Ma eccolo che arriva! Sulle spalle una pesantissima sacca carica dei frutti del suo piccolo orto: da noi è difficile tenere un orto perché non piove per tutta l’estate.

Il giorno dopo c’è una novità, siccome nel pomeriggio si è buttato sul letto con i vestiti sporchi costringendo la figlia a cambiare le lenzuola, l’hanno cacciato dalla camera per farlo dormire fuori nel ripostiglio, sopra un sacco di patate vuoto. Me ne vado a piangere in un angolo, perché Antonio è così maltrattato da tutti? Oggi Carla ha detto ad una zia (lui stava mangiando una di quelle cene frugali che gli prepara sempre di malavoglia) che quell’uomo non è suo padre, ma solo uno che rompe le scatole; lui non ha fatto una piega, ma quando stasera sono finalmente andata nell’orto ho visto il suo sguardo, reso lucido dal vino, colmo di una tristezza infinita.
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