Paura, una poesia di Ilaria Rattazzi per riflettere
Paura: parlarne ci spaventa, ci mette a disagio e in difficoltà, perché non sappiamo cosa dire, come comportarci. Ci attanaglia le viscere, ci blocca, ci fa tremare. Come affrontarla? Come superarla? Forse solo accettandola come compagna di viaggio, scomoda, difficile da tenere vicino, ma necessaria per capire e capirsi.
Paura.
Credevo tu fossi sparita,
mi sono sbagliata:
tu, oggi, sei qui.
Paura.
Credevo di averti sconfitta
e invece ti vedo tornare
come sempre, decisa a trafiggermi.
Paura.
Mi trasformi in fanciullo tremante,
in vecchia vestita di nero,
in marinaio preda dei flutti.
Paura.
Riempi i miei occhi di lacrime,
contrai i muscoli della mia pancia,
fai sudare le mie gelide mani.
Paura.
Tu sei la finta sicurezza,
il passato che non ritorna,
un futuro che non conosco.
Paura.
lo ti vedo e ti sento,
ti annuso e ti ascolto,
ora voglio parlarti, paura.
Paura.
Ho davanti una tromba di fuoco,
un’onda immensa in arrivo,
uno sconosciuto che cammina verso di me.
Paura.
Devo lasciare che il fuoco mi bruci,
farmi travolgere dall’onda marina,
amare ancora una volta.
Paura.
Ti prego, lasciami andare
non posso guardare più indietro:
aspettare sarebbe morire.
Paura.
Vado.
Dammi la mano
e vieni con me.
Ilaria Rattazzi: “I bambini dagli occhi di sole”
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