Plovdiv città millenaria fra luci e ombre
Plovdiv, seconda città abitata in Europa, capitale europea della cultura nel 2019, crocevia di popoli, religioni e culture. Proviamo a ripercorrerne la storia e a leggere un po’ la sua situazione economica. Alcuni video vi faranno gustare le bellezze della città.
Un po’ di storia
Qualcuno la chiama la Parigi dell’est, per altri ha molti aspetti in comune con Roma. Di sicuro Plovdiv è una delle città più antiche d’Europa, essendo stata ininterrottamente abitata sin dal VI millennio a.C. dalle tribù tracie.
I primi riferimenti storici che si hanno della città risalgono al IV secolo a.C. quando cambiò nome in Filippopoli in onore a Filippo II il Macedone (382-386 a.C.), padre di Alessandro Magno, il quale la conquistò nel 342 a.C.
La traduzione in lingua tracia di Filippopoli era Pulpudeva, da cui, molto probabilmente, deriva il nome attuale di Plovdiv, per la prima volta menzionata nell’XI secolo.
Nel 46 a.C. Filippopoli venne conquistata dai romani, che cambiarono il nome in Trimontium (città delle tre colline). Sono numerosi i reperti che testimoniano la presenza romana nella zona, a cominciare dal teatro, uno dei meglio preservati al mondo e dove, ancora oggi, si organizzano spettacoli teatrali e concerti.
Nei video potrete ammirare anche i musei etnografico ed archeologico.
Il teatro romano di Plovdiv è stato costruito durante il regno di Traiano (98-117 d.C.) e poteva contenere 5-7.000 spettatori (oggi ne contiene 3.500) disposti su 28 file (di cui 20 ancora visibili).
La cavea è fronteggiata da una scena frontale divisa in due portici sovrastanti: quello inferiore è di stile ionico, mentre il superiore in stile corinzio. Le sedute sono divise in 10 parti, ognuna delle quali porta il nome dei quartieri in cui era suddivisa la città, mentre i posti dedicati ai cittadini più in vista riportano ancora i nomi delle famiglie gentilizie. Il teatro fu parzialmente distrutto nel V secolo dagli Unni di Attila e solo negli anni Settanta venne riscoperto.
Nella parte bassa della città si apre l’Odeon, costruito durante l’era dell’imperatore Vespasiano (69-79 d.C.) e che ospita anche un piccolo teatro da 350 posti.
Lo Stadio Romano fu costruito durante il regno dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.) ed è la più grande struttura pubblica romana nei Balcani. Lungo 240 metri e largo 50, conteneva 30mila spettatori; oggi solo la curva settentrionale, in piazza Djumaya, è perfettamente visibile e visitabile, mentre lungo la via Knyaz Alexander I sono stati riportati alla luce altre parti inglobate in centri commerciali.
Nel 214 e nel 218, durante le visite degli imperatori Caracalla e Eliogabalo, lo stadio ospitò i giochi Alessandrini e Kedrisiani.
La Casa di Eirene è una delle case romane più belle e meglio preservate nei Balcani. I mosaici dei suoi pavimenti sono mostrati nella Galleria Thracart. La casa è stata così chiamata per via del ritratto di una donna, Irene o Eirene, nome cristiano di Penelope, convertitasi al cristianesimo nel II secolo.
Dopo la caduta dell’impero romano, Filippopoli passò sotto il controllo dell’Impero Bulgaro, dell’Impero Bizantino, del Sacro Romano Impero e dell’impero Ottomano. Solo dopo la Prima Guerra Mondiale la città prese definitivamente il nome di Plovdiv.
Il distretto di Plovdiv, gli italiani e le loro imprese
Il distretto di Plovdiv, uno dei 28 in cui è divisa la Bulgaria, comprende 18 comuni, si estende per 5.970 km. quadrati circa e conta 674.000 abitanti. Pur facendo parte dell’Unione Europea dal 2007, la Bulgaria non è entrata nel sistema monetario unico ed ha conservato la propria moneta, il lev, il cui cambio attuale è: 1 Euro = 1,9558 Lev, cioè quasi 2 lev per un euro. Un’altra cosa a cui la Bulgaria non aderisce è il trattato di Schengen, e questo è stato il motivo per cui, al mio arrivo all’aeroporto di Sofia, ho dovuto passare per il “controllo passaporti”.
Secondo i dati statistici del 2015, Plovdiv ospita 1.126 imprese a partecipazione italiana, un numero destinato a crescere. Dal punto di vista del fatturato i dati sono elevati: si parla infatti di una cifra che oscilla intorno a un miliardo e 300 milioni di bgn o lev.
Gli italiani iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono 1.436, dato sottostimato che non considera i non residenti. Per esempio molti studenti di medicina vengono a Plovdiv sia per il basso costo della vita, che per l’assenza di test d’ingresso. L’alto livello della preparazione fornita, unito al fatto che tutti i corsi sono in inglese, fanno il resto. Per finire ci sono anche molti pensionati che decidono di trasferirsi in Bulgaria; tassazione di favore e basso costo della vita permettono ai molti che in Italia “non arrivano a fine mese” di vivere in modo più che dignitoso.
Le imprese italiane, attive in tutti i settori, hanno in totale circa 9.500 dipendenti a tempo indeterminato, con una media di 16 dipendenti per azienda. Plovdiv è la seconda città della Bulgaria e rappresenta un distretto industriale importantissimo, che raccoglie capitali da tutta Europa. Per tutti questi motivi gli esperti ritengono che Plovdiv diventerà capitale industriale della Bulgaria. Per il 2017 si prevede l’assunzione di 5.000 nuovi dipendenti. Molti imprenditori, lamentano però la difficoltà nel trovare il personale di cui avrebbero bisogno: sono molti i bulgari che vanno all’estero a cercare lavoro. La Bulgaria, infatti, è il Paese europeo con gli stipendi più bassi: secondo i dati del 2014, la media annua era di 8.504 lev, pari a 4.250 €.
Se da un lato la Bulgaria ha saputo utilizzare positivamente i fondi europei per creare ricchezza e sviluppo, dall’altro è risaputo che esiste una corruzione diffusa, che interessa praticamente tutti i settori, come succede in Italia. Tutto ciò non ha però impedito di avere meraviglie come le fontane musicali colorate che potete ammirare nel video qui sopra.
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