Poesia e incontro con l’Altro
Il cammino più breve da se stesso a se stesso è l’altro.
Paul Ricoeur
Perché raccontare l’incontro con l’Altro e la relazione con la diversità – propria e altrui – attraverso il linguaggio poetico? Perché la poesia è un anelito inesausto verso la costruzione di ponti fra realtà separate, lontane, inaccessibili: Celan la definiva “una stretta di mano”, ovvero il tentativo di un incontro fra un Io e un Tu radicalmente differenti, in cui il “tu” può essere l’amato, il mondo, dio, l’invisibile, l’indicibile, ma anche il prossimo, lo straniero, il diverso, l’Altro da noi. La poesia compie questo tentativo in maniera capillare, attraverso i suoi specifici strumenti: il ritmo, la metafora, la similitudine, la sinestesia, l’ossimoro, sono alcuni dei modi, unici e insostituibili, in cui la lingua prova a integrare le diversità, ad armonizzare gli opposti, a fare spazio all’altro e a contaminarsi di lui.
Il laboratorio si prefigge, attraverso un approccio gestaltico alla poeto-terapia, di esplorare inusuali approcci alla novità spiazzante portata dall’altro, che può toglierci spazio e minacciare le nostre consuetudini, ma può anche arricchirci offrendoci l’unicità irripetibile della sua storia e del suo differente sguardo sulla realtà.
La composizione di testi in coppie, sottogruppi e nel grande gruppo consentirà di sperimentare molteplici strade narrative e poetiche per affidarsi all’altro, per sentirsi riconosciuti nel suo sguardo, per accogliere le sue parole, fare esperienza di ascolto reciproco e infine per intrecciare e voci e mescolare i “colori” della propria scrittura, lavorando sul confine che separa e distingue ma accettando anche di perdere qualcosa di proprio per generare un Noi.
Il percorso è particolarmente utile per tutte le figure professionali per le quali la dimensione dell’incontro con l’altro è centrale, soprattutto per chi lavora nell’ambito dell’intercultura, della marginalità, della devianza, della disabilità, della patologia psichiatrica e per chiunque abbia interesse per le tematiche dell’integrazione (insegnanti, psicologi, psicoterapeuti, educatori, formatori, assistenti sociali, medici, psichiatri, sociologi, riabilitatori, infermieri).
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Leonora Cupane, nata nel 1968, è psicologa clinica, specializzanda in psicoterapia della Gestalt; si è diplomata come esperta in metodologie autobiografiche alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, di cui è stata poi docente e collaboratrice scientifica. Vive a Palermo, dove lavora presso enti pubblici e privati come formatrice biografa e consulente psicologa, utilizzando in entrambi gli ambiti lo strumento della narrazione poetica di sé. Finora ha condotto percorsi formativi con adulti, adolescenti, bambini, anziani, insegnanti, operatori sociali e sanitari, malati oncologici, pazienti psichiatrici. Da alcuni anni tiene anche laboratori in giro per l’Italia. Ha pubblicato “Il corpo parlante. La poesia come cura autobiografica” in “Attraversare la cura”, a cura di Laura Formenti, Erickson 2008, e come curatrice, insieme a Tiziana Ciampolini, il volume “Piccolo lessico per l’ascolto”, EGA 2009.
IL LINGUAGGIO CHE INTEGRA E RAGGIUNGE: RACCONTARE in poesia L’INCONTRO CON L’ALTRO
PALERMO, 9-10 NOVEMBRE 2013
LABORATORIO DI SCRITTURA autobiografica poetica a cura di Leonora Cupane
Orari: sabato 9 novembre, dalle 15.30 alle 19.30; domenica 10 novembre, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 19.00. Sono previste pause – merenda sia mattutine che pomeridiane.
Sede: Centro Studi Narrazione Le Città Invisibili, via Teatro Biondo 15, (PA)
Costo: 65 euro
Per informazioni e iscrizioni: info at lecittainvisibili punto com
Il gruppo sarà formato al massimo da 16 partecipanti. Sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Non occorre avere familiarità con la poesia per partecipare.
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