Prima settimana a Plovdiv
E così la mia prima settimana a Plovdiv in Bulgaria, è passata. Di corsa, direi! In questo post vi racconterò di quello che faccio, delle prime impressioni sulle persone e del fermento che anima il Community Center Aleko Konstantinov – 1954, dove svolgo il mio tirocinio.
È stata una prima settimana intensa, non tanto per il carico di lavoro, quanto per le cose nuove da imparare e capire: la strada da casa alla biblioteca, da casa al luogo di lavoro della mia tutor, con cui devo stare in contatto per verificare come prosegue il tirocinio, la strada dall’ufficio della tutor alla biblioteca, la strada per il supermercato o la più vicina macchinetta del caffè…
Ma quali sono le prime difficoltà e/o differenze che un italiano incontra in Bulgaria?
Le prime tre cose sono:
- l’ora: qui siamo avanti di un’ora rispetto all’Italia;
- la moneta: pur essendo membro dell’UE, la Bulgaria non utilizza l’euro, ma il lev, che corrisponde, più o meno, alle nostre 1.000 lire. C’è anche quindi la difficoltà di fare continuamente il calcolo sul valore dei prezzi esposti;
- la lingua bulgara che, essendo lingua slava, utilizza l’alfabeto cirillico e non quello latino. Qui sotto un esempio:
“ИЗЛОЖБАТА НА КИТИ ТЕНЧЕВА
продължава поредицата от изяви на талантливи ученици от НХГ “Ц. Лавренов”. Ученичката представя своето сериозно отношение към рисуването в пейсажите, създадено по време на учебно-творческата практика, както и в учебници задачи, поставени в ателието по илюстрация по проект “Твоят час”.
Пожелаваме на Кити същата всеотдайност към творческия процес, защото художникът не рисува това, което вижда около себе си, а това което мисли и чувства. Успех на изложбата!”
С тези думи Диана Папазова, преподавател по История на изкуството в НХГ откри изложбата на Кити Тенчева.
Изложбата ще бъде открита до 5 април 2017 г. в Галерия “Алеко”/читалище “Алеко Константинов”, Пловдив, бул. ” 6 септември” №160.
Alfabeto Bulgaro (trascr. latina)
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Alfabeto Bulgaro (cirillico)
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Dato che il mio lavoro consiste nell’inserimento di libri italiani nel catalogo della biblioteca, capirete subito le difficoltà. Il database della biblioteca è, infatti, in bulgaro. Rispetto alle altre lingue, il lavoro di traduzione è duplice: prima si devono tradurre le lettere dall’alfabeto cirillico a quello latino, e poi si potrà cercare di capirne il significato.
Prendiamo ad esempio il nome della biblioteca: la traduzione in caratteri latini sarà da
Алеко Константино ad
Aleko Konstantinov.
Ma niente paura! Ci sono meravigliosi video che insegnano parole e frasi di uso più comune, per poter capire e farsi capire.
Il Community Center Aleko Konstantinov – 1954
Chiarite le difficoltà incontrate la prima settimana con lingua, fuso orario e moneta, ci tengo a raccontarvi della biblioteca in cui lavoro, che è un vero e proprio centro aggregativo dove, oltre al prestito bibliotecario, trovano spazio una miriade di attività culturali diverse.
Ogni giorni ci sono almeno un paio di eventi: presentazioni di libri, readings, mostre di pittura, corsi di vario tipo…
Martedì scorso ho partecipato alla lezione di italiano fatta ad un gruppo di donne bulgare. L’insegnante è Daniele, un bulgaro che tutti scambiano per italiano, sia per il suo aspetto fisico, sia perché parla la nostra lingua alla perfezione. Vi state chiedendo perché una donna bulgara dovrebbe voler imparare l’italiano? Beh, i motivi possono essere tanti: c’è chi ha il fidanzato italiano e, quando vede i futuri suoceri, non può comunicare perché non ne conosce la lingua; c’è chi lavora con clienti italiani ed in questo caso diventa fondamentale conoscere la loro lingua per interagire al meglio; c’è chi ama imparare, vuol diventare guida turistica e quindi studia le lingue degli altri paesi.
La mostra di quadri
Oltre alla scuola d’italiano martedì ho potuto assistere alla presentazione di una mostra di quadri dipinti da Kitty, una promettente pittrice quattordicenne che mi ha davvero sorpresa. Qui sotto alcune delle sue opere.
Il collettivo di ricamo
Ma la giornata non è affatto finita! Infatti, fra la presentazione della mostra e la scuola di italiano, ho avuto il piacere di conoscere il collettivo di ricamo, un gruppo di donne che si trova settimanalmente a ricamare e a discutere di ricamo, per tener viva la tradizione locale. I loro lavori sono dei finissimi e fittissimi ricami a punto croce che ornano in particolare il colletto ed i polsini delle camicie e dei vestiti.
Quelle che vedete sono solo una parte delle donne del gruppo, molto toste e determinate – oltre che bravissime ricamatrici! Qui sotto il tavolo da lavoro in collaborazione con i ragazzi delle scuole per fare i martenitsi. Si tratta di braccialetti, collane o bamboline di lana rossi e bianchi, che ci si scambia all’inizio della primavera. Secondo la tradizione, essi dovrebbero servire a far contenta la Baba Marta, una vecchia signora capace di influenzare il clima. Con i martenitsi, si cerca di ingraziarsela per avere un clima mite. I braccialetti si tolgono quando si vede volare una cicogna, segno dell’arrivo della primavera.
E siamo solo a martedì!
Mercoledì c’era la conferenza di un medico che ha parlato della guarigione da un punto di vista spirituale e, a seguire, il corso di fotografia.
La biblioteca, pur con pochissimi mezzi a disposizione, si dimostra una fucina di attività interessanti per tutti. Un po’ alla volta ve ne racconterò. Credo che tutto questo sia in buona parte merito delle meravigliose dipendenti del Community Center, che mettono nel loro lavoro una passione e un impegno davvero incredibili.
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