ProActiva Open Arms: sequestrata per reato di solidarietà

ProActiva Open Arms

La nave Open Arms dell’Ong spagnola ProActiva, è stata sequestrata stasera su ordine del procuratore di Catania Zuccaro (lo stesso della Juventa, ricordate?) con l’accusa di associazione a delinquere.

Dopo giorni a dir poco convulsi, stasera l’amarissimo epilogo che vede la nave ProActivaOpen Arms sequestrata, come già successe la scorsa estate con la nave Juventa. Non solo, sembra che, in base all’art. 416 del Codice Penale, ci siano tre indagati per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Siccome non conosco il codice a memoria, mi sono cercata l’articolo in questione ed ecco cosa ho trovato:

Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti  coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni.
Per il solo fatto di partecipare all’associazione, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori.

Ricomincia il vergognoso attacco alle Ong che in agosto aveva visto l’imposizione del codice di condotta da parte del ministro Minniti, che ha portato le Ong ad allontanarsi dal Mediterraneo, anche a causa delle minacce libiche.

Nei giorni scorsi la nave stava operando un salvataggio in acque internazionali ed è stata minacciata con le armi dalla guardia costiera libica. I libici pretendevano, infatti, la consegna dei naufraghi in quanto si erano dichiarati responsabili del salvataggio. L’intenzione era quella di riportare i profughi in Libia, nei campi di concentramento da cui erano appena fuggiti.

Per ore i volontari della ProActiva Open Arms hanno fatto tutto il possibile per trarre in salvo i naufraghi e non consegnarli ai libici. In seguito l’Italia non voleva permettere alla nave, che batte bandiera spagnola, di attraccare in Italia, pretendendo assurdamente che fosse il governo spagnolo a chiedere formalmente al governo italiano il permesso all’approdo in un porto sicuro. È dovuta intervenire Ada Colau, sindaca di Barcellona, perché il nostro governo sbloccasse la situazione.

 

Il salvataggio ha riguardato 218 persone in condizioni gravissime che necessitavano di cure urgenti.

Eritreo affamato dalla Libia

L’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro, che difende il comandante della nave ProActiva Open Arms,  ha commentato: “Hanno istituito il reato di solidarietà: poiché il decreto legge 286 del 1998 dice chiaramente che non commette reato chi soccorre persone, devo dedurre che hanno istituito il reato di solidarietà…”. E ancora: “Non ho potuto ancora leggere il provvedimento perché, nonostante io sia il legale del comandante, hanno notificato il fermo e l’avviso di garanzia a un legale d’ufficio. Aspetto di leggere il provvedimento, ma non è pensabile che esista un reato di solidarietà umana”.

Ricordiamo che appena un paio di giorni fa Segen, un ragazzo di 22 anni e 35 kg. di peso, appena fatto sbarcare in Italia proprio dalla ProActiva Open Arms, è morto di fame a causa del trattamento riservatogli in Libia.

Il Medioevo ritorna prepotente, attrezziamoci.

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