Su profughi e richiedenti asilo non si può più tacere

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Profughi e richiedenti asilo

Su profughi e richiedenti asilo, politici locali interessati soltanto al consenso elettorale, supportati da certa stampa compiacente che ha fatto del sensazionalismo la sua bandiera, ci bombardano quotidianamente con esagerazioni, falsità e malafede. Ritengo gravissimo questo continuo alzare i toni del dibattito per infiammare i cittadini fomentando odio e rabbia.

Quanti sono profughi e richiedenti asilo

Per chi fosse interessato, il ministero dell’Interno pubblica quotidianamente le statistiche aggiornate con il numero di persone sbarcate ed accolte nelle strutture sparse per il Paese; pubblica inoltre la differenza di presenze rispetto agli anni scorsi, la nazionalità di provenienza e la divisione regione per regione (clicca qui). In base ai dati odierni, su un totale di 144.922 presenze, il Veneto ospita in tutto n. 11.304 persone pari all’8% del totale. Nel vicentino non arriviamo a 2.000 persone.

Ora dire che in Italia, nel Veneto e nel vicentino siamo invasi dai profughi è veramente ridicolo: un paese di 60.000.000 di abitanti, come può definirsi invaso da 144.922 persone? Una regione di 5.000.000 di persone come può dirsi invasa da 11.000 profughi? Una provincia di 870.000 persone circa come può sentirsi invasa da 2.000 richiedenti asilo? Eppure questo è quello che ci trasmettono le notizie urlate da certa stampa locale e le dichiarazioni dei nostri politici.

I richiedenti asilo sono un ottimo alibi per sviare l’attenzione dei cittadini dai reali problemi, amplificando questioni che in realtà non sono affatto gravi, ma solo gestite in modo pessimo (e non certo per colpa dei Prefetti).

Profughi e richiedenti asilo: chi è responsabile della situazione attuale

A questo punto è il caso di chiarire una volta per tutte il perché della situazione di profondo squilibrio fra i vari comuni del territorio veneto e vicentino.
È molto semplice

se tutti i comuni avessero accettato di accogliere la loro quota di richiedenti asilo, in Veneto e nel vicentino ogni comune ospiterebbe una media di 15 persone e non se ne accorgerebbe nessuno.

Per fare un esempio, a Sandrigo, dove vivo, ci sono 170 richiedenti asilo suddivisi in due hotel: se il sindaco Giuliano Stivan avesse firmato subito il protocollo proposto dal prefetto, ora avremmo soltanto una ventina di persone. Oltretutto il sindaco avrebbe anche potuto scegliere la cooperativa e partecipare attivamente, come sta facendo il comune di Sarcedo, alle decisioni. Questo significa che, se io firmo un accordo, poi ho un certo potere contrattuale con la controparte, ma se mi rifiuto dicendo: “Io i profughi non li voglio” decido consapevolmente di subirne le conseguenze (e di farle subire a tutta la comunità di cui sono sindaco).

E questo vale anche a livello regionale: i signori Luca Zaia e Roberto Ciambetti, hanno rivendicato orgogliosamente la non partecipazione alla conferenza Stato-Regioni. Questo è l’organismo in cui i rappresentanti delle regioni portano le istanze dei loro elettori e che, in base alle esigenze specifiche dei singoli territori, trova la soluzione migliore per tutti.

Se però i rappresentanti eletti disertano le riunioni suddette, poi non possono lamentarsi delle scelte che altri hanno preso al loro posto.

E questo vale a tutti i livelli: se un europarlamentare va a fare comizi contro gli immigrati, anziché partecipare alle sedute dell’europarlamento dove si parla del futuro dell’agricoltura, poi le conseguenze della sua inazione le subiscono gli agricoltori veneti.

Ovviamente, perché tutto questo funzioni, ci vuole la condivisione da parte di tutti i sindaci del vicentino e del Veneto; ma, aldilà dei proclami in cui tutti si definiscono accoglienti e inclusivi, possiamo soltanto constatare che ognuno fa per sé, dimostrando egoismo ed individualismo all’ennesima potenza. Questo è l’unico motivo dello squilibrio.

Profughi e richiedenti asilo: i soldi, gli hotel e le cooperative

Meri Spiller, Hotel Adele

È utile ribadire che i famosi 35 € al giorno, che servono a fornire i richiedenti asilo di vitto, alloggio, vestiario, pocket money, formazione linguistico-culturale, assistenza legale, ecc. e che sono suddivisi fra hotel (che forniscono vitto e alloggio) e cooperative (che si occupano del resto), arrivano dalla tanto vituperata Unione Europea e fanno parte di fondi strutturali che non possono essere utilizzati per qualcosa di diverso. Significa che questi soldi possono essere spesi solo per i migranti. È anche importante sapere che, fra i Paesi UE, l’Italia è quella che riceve la quota più consistente (vista la sua conformazione geografica, la situazione di Lampedusa, ecc.); che poi sappia spendere bene i soldi, è un altro paio di maniche, dato che, nelle politiche di accoglienza di profughi e richiedenti asilo, è solo all’ottavo posto.

Per quanto riguarda hotel e cooperative accusati di “fare business” sull’immigrazione, sono sinceramente sorpresa. Se non stessero lavorando con i profughi, ma con altre categorie di persone, Meri Spiller e gli altri suoi colleghi avrebbero probabilmente ricevuto onorificenze e medaglie con motivazioni di questo tipo: “per la capacità di trasformare un problema in occasione di lavoro durante questo periodo di grave crisi”.
Meri Spiller, per gestire l’hotel Adele, dà lavoro a 37 persone, mentre la cooperative “Con Te” di Quinto Vicentino, sta assumendo mediatori culturali (cioè giovani laureati senza lavoro), per gestire i richiedenti asilo a lei affidati.
Quindi, contrariamente a quanto si dice (i profughi ci rubano i soldi), la gestione dei richiedenti asilo è fonte di nuovi posti di lavoro e fa girare l’economia locale. Infatti, anche se il pocket money è scarso, viene speso nei nostri supermercati, per comprare i biglietti della corriera per Vicenza, per un caffè o una birra al bar.

Lo sanno bene comuni come Riace, che proprio grazie all’arrivo dei rifugiati hanno potuto risollevare un’economia in declino e ripopolare paesi ormai disabitati. Forse dovremmo prendere esempio da loro, smettendo di aver paura di persone la cui unica colpa è quella di essere nate nel posto sbagliato e di essere fuggite da guerre create con la nostra complicità e portate avanti con le nostre armi.

Chiaramente non è tutto semplice e lineare perciò se hotel e cooperative stanno lavorando male, non fornendo ai richiedenti asilo quanto stabilito dagli accordi con la prefettura, devono essere perseguiti. Se c’è qualcuno che sa qualcosa, che parli e denunci. Stranamente però non c’è traccia di indignazione, né si vedono titoli scandalizzati, nei confronti dei tanti italiani che stanno sfruttando i loro dipendenti pagandoli con voucher e buoni pasto, chissà come mai?

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