Richiedenti protezione e accoglienza a Sandrigo
Ho già avuto modo di scrivere a proposito della (non) accoglienza a Sandrigo nei confronti dei richiedenti protezione internazionale.
Questo è successo perché a suo tempo il sindaco, insieme con molti altri sindaci vicentini ed italiani, non ha accettato la proposta prefettizia di accogliere 2 richiedenti protezione ogni 1.000 abitanti. Sappiamo tutti com’è andata: i prefetti hanno cercato posto in hotel, appartamenti o altro per poter inserire i richiedenti protezione.
Ora pare che nel mio comune si stia cominciando a parlare di Sprar (snobbato dalla maggioranza dei sindaci anche se è l’unico che garantisce un minimo di serietà) come di una possibilità concreta di gestione della situazione in paese. Ricordo che, proprio a seguito del rifiuto del sindaco, a Sandrigo attualmente ci sono quasi 200 richiedenti protezione internazionale, ospitati in due distinti hotel, il Virginia ed il Canova.
Ma che cosa si intende con Sprar?
L’acronimo Sprar significa Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati; è formato dagli enti locali aderenti, che realizzano progetti di accoglienza integrata utilizzando le risorse del fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Grazie al supporto di organizzazioni del terzo settore, gli enti non si limitano a fornire vitto e alloggio ai richiedenti asilo, ma forniscono servizi di accompagnamento, informazione, assistenza e orientamento, elaborando percorsi individualizzati che portino all’inserimento socio-economico e l’autosufficienza economica.
Per questo attendo di partecipare all’incontro di domani sera, 2 ottobre, per la competenza di due dei relatori: il responsabile dell’associazione medici con l’Africa-Cuamm, e don Giovanni Sandonà, attuale parroco di Sandrigo ed ex direttore Caritas Triveneto.
Sarà interessante anche capire cosa intende proporre in proposito il sindaco di Sandrigo perché, stando a precedenti dichiarazioni, è disposto ad aderire alla rete Sprar solo se saranno allontanati dal paese i richiedenti protezione internazionale attualmente presenti negli hotel. Ma queste persone non sono pacchi postali, da spostare a suo piacimento.
Accoglienza a Sandrigo, cosa ne pensa la popolazione
Come nel resto d’Italia, anche a Sandrigo sono molti i cittadini critici nei confronti della presenza dei richiedenti/profughi. Di fronte ad un ristretto gruppo di persone che li vede con favore e capisce le loro esigenze, abbiamo una maggioranza di cittadini che usa toni xenofobi e razzisti e ai quali non va bene nulla di quello che fanno. Se non lavorano, vivono alle nostre spalle e non hanno voglia di far niente (non come i nostri nonni all’estero); se lavorano, rubano il lavoro ai nostri figli; se fanno volontariato, perché fanno volontariato, se non lo fanno perché non hanno un briciolo di riconoscenza; se giocano a calcio, impediscono di farlo ai nostri figli, se non lo fanno sono tutto il tempo fuori dall’hotel a ciondolare, e così via.
L’ultima in ordine di tempo riguarda la carta che buttiamo. Precisiamo intanto che a Sandrigo (ma anche nel resto d’Italia), basta essere nero per essere considerato profugo. È successo che delle persone con la pelle nera sono state viste prendere la carta dagli scatoloni messi ai bordi della strada per la periodica raccolta differenziata. Ne è nato un dibattito lunghissimo sulla pagina Facebook Sei di Sandrigo se…
Ci sono state persone che hanno fatto un salto (il)logico incredibile
Allora se invece della carta, aprono le auto parcheggiate in strada è lo stesso???
E altre che si sono lamentate perché…
che qualcuno guardi carte che butto o le raccolga x farne uso sconosciuto me rompe anche!!!
Quindi paroni a casa nostra anche della carta da macero che buttiamo e anche dopo averla buttata. E, poffarbacco, diteci cosa ne fate della nostra carta usata, che non crediate di poter fare sempre quello che volete voi!
Alla fine del dibattito, la fantasiosa risposta che si sono dati sull’uso della carta, è che viene spedita in Africa per utilizzarla come carta igienica o, in alternativa, rivenduta qui per guadagnare. Costoro sicuramente non hanno idea dei costi di spedizione di un container dall’Italia all’Africa e neppure del fatto che, per guadagnare 64 € serve 1 tonnellata di carta da macero.
Per finire, posto qui sotto l’intervento fatto da Gino Strada durante la puntata di Piazza pulita del 28 settembre.
E, come sempre, buona riflessione.
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