Rom e Sinti: politica bocciata

Rom e Sinti, nipote

Nel 2008 il governo Berlusconi dichiarò lo stato d’emergenza sulla situazione dei cosiddetti nomadi.

Lo stato d’emergenza permette di approvare ordinanze e direttive in deroga alle leggi vigenti, sospendendo di fatto lo Stato di diritto e la possibilità di tutela da parte dei cittadini.

Concretamente il piano ha previsto la nomina dei commissari straordinari in diverse regioni (Lombardia, Lazio, Campania, Veneto…), il controllo e lo sgombero forzoso dai campi, la schedatura di tutti i rom e Sinti con l’acquisizione delle impronte digitali – anche dei minori.

Ora il Consiglio di Stato, con sentenza del 16.11.2011 n. 6050, ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione ERRC (European Roma Rights Center) e da una famiglia di Roma.

La sentenza del Consiglio di Stato annulla il decreto del 21 maggio 2008 e tutte le attività da questo derivanti (ordinanze, sgomberi, controlli e ogni altra attività straordinaria).

Il motivo di questo annullamento sta nella mancanza dell’emergenza dichiarata dal governo nell’adottare il provvedimento. Più precisamente il Consiglio di Stato dichiara che il provvedimento è stato adottato: “In assoluta carenza di presupposti di fatto idonei a legittimare una declaratoria di emergenza  e perché in realtà unicamente dettato da intenti di discriminazione etnica e/o razziale nei confronti della comunità Rom, incompatibili con i principi costituzionali, comunitari e internazionali“. In pratica il governo avrebbe adottato provvedimenti straordinari per una situazione che Il consiglio di Stato prosegue così; richiedeva solo leggi normali.

Il Consiglio di Stato prosegue così: “In nessuna parte degli atti che hanno condotto all’adozione del decreto del 21 maggio 2008 è possibile rinvenire le tracce di un pregresso infruttuoso tentativo d’impiego dei ridetti strumenti ordinari, ovvero di circostanze di fatto da cui poter evincere in maniera chiara e univoca l’inutilità di un ricorso ad essi”. Cioè l’amministrazione non è riuscita a dimostrare di aver provato inutilmente a utilizzare le leggi normali.

Ma perché Sinti e Rom fanno tanta paura? Perché sono segregati nei campi?

Si stima che in Italia i cosiddetti nomadi (che in realtà sono stanziali) siano circa 170.000, cioè lo 0,2% della popolazione. Per fare un confronto gli immigrati residenti in Italia al primo gennaio 2011 erano circa 4 milioni e mezzo.

L’ottanta per cento è cittadino italiano a tutti gli effetti. Ma, unico paese in Europa, questi cittadini sono costretti a vivere in campi che il rapporto della Commissione Diritti umani del Senato della repubblica definisce così: “Si tratta di una realtà che, con pochissime eccezioni, non esiste in altri paesi europei. E si tratta di una realtà caratterizzata, per usare il linguaggio delle convenzioni internazionali, da condizioni inumane e degradanti. Si tratta di realtà incompatibili con qualsiasi progetto di inclusione e integrazione dove si riproducono quelle condizioni di crudele emarginazione i cui effetti si riversano poi nella vita delle città. È lì che generazione dopo generazione si perde il popolo delle discariche, un popolo fatto per più del quaranta per cento da bambini fino ai quattordici anni“.

Rom e Sinti sono l’unico popolo al mondo a non aver mai fatto la guerra, un popolo pacifico, da cui avremmo molto da imparare, se solo lo volessimo.

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