Rose rosse per te
Rose rosse per te è il ritornello di una canzone famosa di qualche anno fa. Qui invece vi racconto la storia di un un cittadino bengalese e delle sue “rose rosse per te”…
Un cittadino bengalese, residente in provincia di Milano, è arrivato nei giorni scorsi a Vicenza. Voleva vendere rose per guadagnare qualcosa durante le ferie estive. Ma gli agenti della polizia municipale, hanno deciso che vendere rose senza licenza non va bene, così gli hanno consegnato un verbale con 5.164 euro di ammenda perché «sorpreso a esercitare il commercio su un’area pubblica, in forma itinerante, senza alcun tipo di autorizzazione».
Gli agenti però non hanno potuto sequestrare la merce perché al momento del controllo, «si trovava in avanzato stato di deperimento».
Ora un avvocato segue il caso.
Aggiornamento 10 marzo 2015:
Ci sono stati sviluppi nella vicenda dell’assurda multa comminata al venditore bengalese. Dopo ben sei anni il giudice incaricato di esaminare il caso ha annullato la multa. Ma è interessante ripercorrere tutta la storia, perché significativa.
- Novembre 2010: L’avvocato del comune riferisce che la multa non sarebbe stata riscossa;
- Prima scattasse la prescrizione, però, il comune invia al bengalese l’ordinanza di ingiunzione di pagamento della sanzione, nel frattempo dimezzata.
- L’avvocate presenta ricorso dichiarando che:
Una singola rosa, che faceva parte di un mazzo del valore totale di pochi centesimi, non può considerarsi un bene commerciabile, quanto piuttosto un oggetto che serve a salvare la dignità di chi la offre. Senza quella rosa Kabir Ahmad sarebbe un semplice mendicante, con tutte le umiliazioni che ciò implicherebbe: non può pertanto essere ritenuto un commerciante abusivo, ma un questuante, che chiede e riceve denaro senza dare nulla di economicamente apprezzabile.
Il giudice ha accolto il ricorso dichiarando che: “Cedere un fiore che vale pochi spiccioli non è commercio abusivo“.
Fra l’altro nel 2011, aveva comprato rose anche l’allora presidente del consiglio…
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