Salvini non vuole la modifica del Regolamento di Dublino
Il Regolamento di Dublino, quello che da anni stabilisce che la domanda di asilo politico si debba fare nel paese di primo approdo, sarà discusso per la modifica definitiva il 28 e 29 giugno.
L’Italia non presenterà nessuna proposta di modifica e Matteo Salvini, ministro dell’interno, si è schierato con il cosiddetto Gruppo di Visegrád, composto dai paesi dell’est Europa contrari all’accoglienza dei migranti.
Eppure il regolamento prevede proprio il superamento della competenza in base al paese di primo approdo quale unico responsabile dell’accoglienza, per proporre la distribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo in ogni Paese UE basandosi su parametri oggettivi come il PIL e il numero di abitanti.
L’altro criterio è relativo alla verifica dei legami significativi esistenti fra i richiedenti asilo e un determinato Paese UE in cui possono aver soggiornato oppure dove vivono loro familiari.
Questi due criteri rovesciano completamente l’attuale situazione che vede l’Italia penalizzata (insieme con Grecia e Spagna) per la sua posizione geografica. Risulta quindi davvero difficile capire perché Salvini abbia dichiarato di essere contrario alla modifica. A meno che la contrarietà non sia riferita alle modifiche peggiorative proposte dalla Bulgaria. In questo caso, però, avremmo fatto una figura migliore presentando delle controproposte migliorative, anziché il nulla più assoluto.
Oltretutto la riforma del regolamento di Dublino è prevista anche dal cosiddetto contratto di governo dove si parla in modo esplicito di introduzione delle quote obbligatorie per ogni Paese UE:
È necessario il superamento del Regolamento di Dublino. Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi (Contratto di Governo Lega – Movimento 5 stelle).
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