Sandrigo 30 attaccato dal sindaco con lettera inviata a famiglie

Sandrigo 30, copertina mese di Marzo 2021

Succede oggi, sabato 10 aprile 2021, a #Sandrigo. Stanno consegnando casa per casa questa vergognosa lettera, firmata dal sindaco #giulianostivan, che è un inaudito attacco al mensile locale Sandrigo 30 e a uno dei suoi redattori (con tanto di nome e cognome). La lettera è stata pubblicata anche nella home page e nella pagina Facebook del Comune.

È incredibile la faccia tosta di un sindaco che usa il suo potere per attaccare un giornale libero, Sandrigo 30, gestito in maniera del tutto volontaria da persone la cui unica “colpa” è quella di avere a cuore il bene del paese e di voler informare la cittadinanza su ciò che succede. Invece che preoccuparsi dei reali problemi di #Sandrigo quali: #cromador, #bacinodilaminazione, #spopolamento, #Covid, tanto per dirne alcuni, il sindaco perde tempo ad attaccare la stampa, cercando di mettere i cittadini contro il giornale, forse dimenticando che ognuno di noi può esprimersi liberamente in base a quanto stabilito dalla Costituzione:

Articolo 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

La lettera comincia con un titolo scritto in modo errato. Nel riportare la frase latina “Habemus papam”, il sindaco “scorda” la lettera iniziale “H” e quella finale “M”. così la frase diventa: “Abemus papa !“.

D’altra parte, egli si vanta di parlare potabileSe non vuole consultare un dizionario quando scrive, la prossima volta eviti il latino, così non farà altre figuracce.

L’impressione è che il sindaco non abbia capito il senso degli articoli, che non sappia proprio che il termine “conflitto”, che deriva dal verbo latino cum-fligere, ha un doppio significato, di scontro e di incontro, come si può leggere nel documento allegato di cui riporto sotto un breve brano:

[…] il termine conflitto originariamente conteneva un secondo significato, peraltro presumibilmente il primo in senso etimologico, che rimandava ad un idea di incontro acceso che aveva la possibilità di risolversi positivamente. Il termine utilizzato in tal senso da Cicerone, rimanda alla possibilità di “fare incontrare, confrontare, riunire, avvicinare”.

Inoltre, mentre sostiene che Sandrigo 30 parli di “andare allo scontro“, l’articolista ha scritto l’esatto contrario:

[…] e non basterà neppure l’aver cancellato dall’orizzonte politico lo scontro, il conflitto, la pluralità di interessi divergenti: essere cittadini di parte, essere partigiani, è questo il tabù che dobbiamo reimparare ad infrangere.

non solo, fa anche dire all’autore cose che non ha mai scritto “anche a costo di far entrare dalle porte del comune sostegni partitici di qualsiasi corrente“.

Stupisce poi, leggere che se la prenda con la parola #partigiano. Eppure è stato Alpino, e questa parola dovrebbe avere una forte valenza per lui. Partigiano è essere di parte, dalla parte di #Sandrigo, in questo caso.

Sappiamo che, di solito, chi fa questo tipo di offensive lo fa per paura. Chissà se è anche il nostro caso? Di cosa potrà mai aver paura il sindaco di Sandrigo, per andare all’attacco di un giornaletto di paese con una lettera a tutte le famiglie?

Che ci sia il timore che il giornale scoperchi e racconti cose che dovrebbero restare segrete?

Sicuramente questa lettera indecente è il segno che Sandrigo 30 ha colto nel segno. Infatti, grazie all’apporto di nuovi redattori, il giornale ha potuto ampliare i contenuti, diventando in breve tempo un giornale più completo, ironico, denso e molto seguito.

Perché questo percorso di rinnovamento possa continuare, la redazione, formata in gran parte da giovani appassionati e coraggiosi che si spendono per il bene del Paese, ha bisogno del supporto, del sostegno e della solidarietà di tutta la cittadinanza. Ognuno è infatti libero di pensarla come meglio crede e Sandrigo 30 non ha certo intenzione di convincere le persone di qualcosa, ma solo di informare. Ne ha scritto tutta la redazione nell’articolo in prima pagina (firmato, appunto, “La Redazione”). Lo scopo è raccontare i fatti ed analizzarli, in modo che la cittadinanza possa farsi un’idea propria, magari opposta a quella di chi ha scritto l’articolo. Questo è il senso di un giornale, questa è la libertà, della stampa e dei cittadini, garantita, lo ripeto, dalla Costituzione. Libertà per la quale dobbiamo ringraziare anche i partigiani.

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