Sandrigo: come usare la rete Sprar per cacciare i profughi dagli Hotel

Chiarezza, logo Sprar, Grigion uomo giusto

Io non so, in questo momento se e quando l’amministrazione di Sandrigo riuscirà nell’intento di cacciare i profughi dai due Hotel presenti a Sandrigo, so però che hanno trovato il modo di usare vergognosamente una cosa bella, importante e sottoutilizzata come la rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), per portare avanti le loro ideologie razziste e discriminatorie.

L’accordo di partenariato con Dueville per un progetto Sprar

Il 12 febbraio 2018 la giunta comunale di Sandrigo ha approvato un accordo di partenariato con il comune di Dueville per attivare un progetto Sprar fra i due comuni. Il progetto, denominato Ermes, nella mitologia greca messaggero degli dei e protettore dei ladri.

L’accordo, che partirà nel 2019 e durerà fino al 2021, riguarderà 25 persone, 12 saranno ospitate a Sandrigo e 13 a Dueville. I costi, per il 95% a carico del ministero dell’interno sono 38,00 Euro pro die/pro capite; per 365 giorni = 13.870,00 Euro/anno pro capite; 25 posti: 346.750,00/ANNO – Totale triennio 1.040.250,00 €.

Sono certa che, come me, vi stupirete nel leggere qui sotto le motivazioni che spingono gli amministratori sandricensi al grande passo.

Il Comune di Sandrigo e Dueville intendono attivare nei propri territori servizi di accoglienza e integrazione a favore di richiedenti e o titolari di protezione internazionale: persone che hanno lasciato il loro paese di origine per sfuggire alla violazione di uno o più diritti fondamentali dell’uomo, rifugiandosi in un altro paese dove attende che la loro domanda di protezione internazionale venga esaminata;

In considerazione del fatto che tali stranieri sono figure giuridicamente diverse dagli immigrati che arrivano in Italia per motivi di lavoro, studio o ricongiungimento familiare, in quanto fuggono dal loro paese e non possono farvi ritorno se non a rischio della propria incolumità personale o della perdita della libertà e dei diritti fondamentali, appare doveroso attivare specifici sistemi di tutela, assistenza e integrazione.

Al di là di queste belle parole, l’unica cosa che interessa davvero gli amministratori sandricensi è il contenuto della circolare ministeriale dell’11 ottobre 2016, di cui riporto la parte che interessa al sindaco Giuliano Stivan:

invitando gli Uffici Territoriali di Governo “ad attivare una politica di governance applicando una clausola di salvaguardia che renda esenti i comuni che appartengono alla rete SPRAR o che abbiano già manifestato la volontà di aderirvi, all’attivazione di ulteriori forme di accoglienza”.

Ed eccoci arrivati alla cacciata dei richiedenti protezione internazionale dagli hotel (ieri sera, fra l’altro, hanno animato una delle stazioni della Via Crucis Itinerante qui a Sandrigo, chissà se il sindaco ne è a conoscenza?). Stando al solito Giornale di Vicenza (che fornisce sempre dati sbagliati: Sandrigo ha infatti 8440 abitanti ed i richiedenti asilo sono meno di 150), ci sarebbe un accordo per diminuire di 70 il numero di persone ospitate nei due CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria). Non si capisce come sia possibile chiudere anticipatamente un contratto stipulato regolarmente e valido fino a fine 2019.

Comunque giusto in tempo con la Pasqua, continuiamo a mettere in croce un Povero Cristo dopo l’altro. Ma a Sandrigo quello che è davvero importante è poter ospitare i norvegesi durante la festa del bacalà e, quando il Canova sarà di nuovo libero da quegli inutili poveri cristi, allora sì che le cose cambieranno. Scommettiamo?

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