Sandrigo, comune commissariato
Da un paio di giorni Sandrigo, il mio piccolo comune in provincia di Vicenza è commissariato. E non succede tutti i giorni di vivere in un paese commissariato.
Sandrigo è un paese di circa 8500 abitanti, caratterizzato da una vivace imprenditorialità. Fra attività a carattere familiare e aziende di importanza internazionale, Sandrigo è diventato un paese ricco. Lo stanno a dimostrare le dieci banche che operano nel suo territorio.
Ma perché un comune viene commissariato?
Il commissariamento è regolamentato la legge n. 267 del 2000 che stabilisce tutti casi in cui questo diviene necessario. A parte i casi di infiltrazioni mafiose, il commissariamento è disposto quando vengano commessi atti contrari alla costituzione, oppure il sindaco si dimetta o si dimetta contestualmente la maggioranza dei consiglieri comunali.
E questo è quello che è successo a Sandrigo: nove consiglieri (fra cui due assessori) su sedici (cinque dell’opposizione e quattro della maggioranza) si sono dimessi contemporaneamente il giorno 8 novembre.
Precedentemente, in data 25 ottobre 2011, il consiglio aveva costretto il sindaco a ritirare il PAT (Piano degli interventi sul territorio); a questo era seguita l’esautorazione dall’incarico dei due assessori da parte del sindaco. Infine, la decisione di dimettersi in blocco.
Ecco l’elenco dei dimissionari: assessori Francesco Rossato e Francesca Faresin insieme con i consiglieri Giuseppe Dal Lago (Lista Uniti per Costruire); il Consigliere indipendente Fabio Scalco; Giuliano Stivan, Roberto Ciambetti (che è anche assessore al bilancio della Regione Veneto), Ennio Bonollo (Lista Lega
Nord – Gruppo della Libertà); Davide Cadore, Giovanni Rigoni (Lista L’Alba). I dimissionari sono nove su un totale di sedici consiglieri.
Il prefetto di Vicenza ha nominato un commissario provvisorio con il compito di portare avanti la normale amministrazione del comune in attesa delle elezioni anticipate, previste per la prossima primavera.
Il sindaco di Sandrigo era Barbara Trento, eletta nel giugno 2009 per la seconda volta e sostenuta da una giunta di centro destra; in precedenza aveva ricoperto la carica di assessore ai servizi sociali. All’opposizione c’erano tre consiglieri della lega nord e due del centro sinistra.
La procedura per lo scioglimento del consiglio comunale sarà disposta con decreto del Presidente della Repubblica.
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