Sicilia, la conta dei morti continua
Ancora morti e il sindaco di Pozzallo ha dichiarato di non avere più posto neppure per i cadaveri. Eppure si continua a parlare di emergenza, come se gli arrivi continui in varie località siciliane (e non solo) fossero una novità e non la normalità da molti anni. Si deve cominciare a gestire seriamente la situazione organizzando strutture idonee e affiancando le comunità locali. E poi si deve avere il coraggio di aprire veri corridoi umanitari, permettendo alle persone di arrivare in modo normale. Basta morti nel Mediterraneo!
“Scusate se non siamo affogati!!” Era scritto su quel cartello tenuto in mano dai migranti sotto ai palazzi del potere nazionale nello scorso autunno. Un’affermazione geniale, angosciosa, commovente ma soprattutto vera: chi non finisce i suoi giorni con l’aria di una stiva diventa un problema. Un problema serio. Nella migliore delle ipotesi, verrà abbandonato a se stesso. Oppure trasportato da una città all’altra come un inutile pacco per poi essere ammassato con altri pacchi dentro edifici fatiscenti. La mancanza di rispetto per la dignità delle persone ammalate, deboli, povere, detenute – o prive del privilegio di sangue – è la vera emergenza in questo paese. La vera emergenza sono le istituzioni.
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