Silvio e il nomade ambulante

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Gheddafi Il nomade ambulante e Silvio, vignetta Biani

”Saluto il grande coraggio del mio grande amico Silvio Berlusconi”, ha detto ieri il nomade ambulante Gheddafi vu cumprà.

E bisogna ammettere che per dichiararsi suo amico e dire che: “tutti dovrebbero rallegrarsi della nuova amicizia tra Italia e Libia” e che chi critica i rapporti di amicizia tra lui e Muhammar Gheddafi “appartiene al passato, è prigioniero di schemi superati” di coraggio ce ne vuole.
Sappiamo però che quando si tratta di pecunia il nostro presidente del consiglio di coraggio ne ha da vendere. Per lui “Pecunia, non olet”; per noi, invece, “pecunia olet” e molto. Non è certo a nostro nome che ha fatto tutto questo.
Il nomade ambulante Gheddafi (che si porta dietro cavalli e tenda, in puro stile nomade, ma senza che qualcuno pensi di confinarlo in un campo appositamente attrezzato, dove non possa più fare danni), ha proseguito dicendo: “Non vogliamo commettere lo stesso errore un’altra volta vogliamo amicizia e collaborazione e che il Mar Mediterraneo sia un mare di pace”. E infatti…
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