Sportelli Unici e Corte dei Conti

Corte dei Conti

Non è la prima volta che riporto il parere della Corte dei Conti sul tema, ritengo importante però, pubblicare le conclusioni complete. Il testo si commenta da sé.

Considerazioni conclusive e raccomandazioni elaborate dalla Corte dei Conti nel 2008 sull’attività di rilascio dei nulla osta all’ingresso del 2006 da parte degli Sportelli Unici per l’Immigrazione presenti nelle Prefetture di ogni provincia italiana:

 Le attività del 2005, documentate dalle amministrazioni in modo frammentario e lacunoso, hanno riguardato essenzialmente la costituzione degli sportelli unici.

Le potenzialità di funzionamento degli sportelli non sono state comunicate e non sono pervenute risposte adeguate agli specifici quesiti concernenti tra l’altro le concrete attività svolte presso le nuove strutture.

Le capacità di funzionamento del nuovo assetto sono apparse di non ottimale efficacia. Risulta tra l’altro sottovalutata l’utilità di costituire valide forme di coordinamento fra l’insieme delle amministrazioni coinvolte nel processo di gestione dei flussi.

La consistenza degli ingressi programmati per gli anni 2005 e 2006 ha manifestato scostamenti assai sensibili rispetto alle domande presentate.

Risultano sottovalutati anche i problemi organizzativi legati al rilascio dei visti di ingresso.

L’utilità di riflettere sul ruolo della rete degli sportelli si prospetta anche per valutare se i costi di funzionamento di tali strutture provinciali siano in qualche modo ripagati dall’efficacia. La riflessione sul ruolo degli sportelli andrebbe inoltre effettuata nell’economia generale del procedimento.

Le nuove strutture, addette al trasferimento all’utenza delle informazioni sullo stato delle singole pratiche, pur essendosi impegnate intensamente, non sono apparse in grado di ridurre le criticità del procedimento che, anzi, sono aumentate nella lavorazione dei flussi 2006, avviata nel febbraio dello stesso anno e non conclusa al dicembre 2007.

Si ricorda che gli elementi sulle attività concrete svolte presso gli sportelli non sono stati forniti dall’amministrazione, nonostante le reiterate richieste formulate sull’argomento.

La procedura di avvio al lavoro dei cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero ha richiesto, in media, oltre 400 giorni decorrenti dalla data delle domande di assunzione. La durata del procedimento, distribuita in misura pressoché equivalente fra le operazioni di rilascio dei nulla osta e quelle di concessione dei permessi di soggiorno, si configura non coerente con la corretta applicazione dei principi contenuti nel d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286. Il disagio prodotto dalla durata dell’esame delle istanze concorre a non escludere che la complessità del procedimento, rivelatosi alquanto faticoso per l’utenza, possa accrescere, anziché reprimere, il fenomeno della clandestinità, e arrecare danni al sistema economico favorendo il lavoro sommerso, l’evasione contributiva e quella fiscale.

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