Trattati italo-libici
Che dire? Alcuni giorni fa qualcuno ha parlato di tentato omicidio a proposito del lancio di un fumogeno (oggetto che fa fumo). I libici, invece, hanno sparato a pescatori inermi, da una motovedetta che l’Italia ha donato loro; i nostri ministri si sono accontenti di generiche scuse, sostenendo che si è trattato di un errore, in quanto i libici pensavano trattarsi di immigrati irregolari…
Sconcerto per le dichiarazioni del ministro Maroni: necessità di rivedere gli accordi italo-libici riconducendoli nel solco del diritto internazionale e comunitario
Assolutamente sconcertanti e irricevibili risultano essere le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Maroni che ha ritenuto di giustificare in qualche modo quanto accaduto sostenendo che “ Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini “ come se fosse possibile, sul piano etico e giuridico, che un’imbarcazione il cui equipaggio è composto altresì da pubblici ufficiali della Repubblica possano sparare contro una imbarcazione che trasporta dei migranti.
Come ieri il governo italiano non poteva essere assolto per i respingimenti collettivi, oggi chi ha consentito a qualsiasi titolo che si aprisse il fuoco contro marinai dediti alla pesca va condannato perché ha posto in essere, o ha concorso a porre in essere una attività illegale che non può essere prevista da alcun trattato. Aprire il fuoco su un mezzo che pesca costituisce un illecito internazionale ed un fatto penalmente rilevante sul piano del diritto interno. Non si tratta di un errore e le scuse servono solo a confondere le responsabilità.
L’ASGI chiede di sapere quante volte unità militari con a bordo militari italiani hanno aperto il fuoco o comunque usato violenza contro cittadini stranieri che si trovavano su imbarcazioni di fortuna intercettate nel mare Mediterraneo e quale è stato l’esito di dette operazioni.
L’ASGI auspica che l’inchiesta aperta dalla Procura di Agrigento, nella quale si ipotizza il reato di tentato omicidio plurimo aggravato a carico di ignoti possa portare a chiarire quanto prima la dinamica degli eventi e accertare le responsabilità.
L’ASGI ritiene che sia urgentissima una profonda revisione del Trattato di amicizia italo-libica sospendendo detti accordi fino a quando la Libia non avrà garantito il rispetto del diritto d’asilo e dei diritti fondamentali della persona e comunque introducendo procedure stringenti di controllo affinché tutte le operazioni che riguardano operazioni di intercettazione e controllo in mare aperto avvengano nel pieno rispetto del diritto internazionale e comunitario.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!