Traversie e meraviglie del mio viaggio estivo a Madrid
Come promesso ecco qui il primo articolo in cui racconto del mio viaggio estivo a Madrid con tutto il suo corollario di cose belle insieme a qualche, inevitabile, intoppo.
Partenza
Comincio dall’inizio, cioè dalla partenza da casa. Prima di arrivare a Madrid devo prendere una corriera per Vicenza, poi un treno per Mestre ed infine un bus per l’aeroporto di Venezia.
Il primo problema l’ho avuto a Mestre, mentre attendevo il bus per l’aeroporto. Un’addetta della società di trasporti, ci ha infatti comunicato che il nostro bus era bloccato sopra un ponte a causa di un incidente. Quindi non si sapeva quando avremmo potuto prenderne un altro, visto che la strada era bloccata per tutti. Per fortuna la funzionaria riuscì a far arrivare un altro autobus, così ho potuto arrivare in tempo all’aeroporto.
Era la prima volta che prendevo l’aereo a Venezia, quindi non conoscevo l’aeroporto, però c’era una stranissima atmosfera: un gran silenzio, molti negozi chiusi e l’impressione che non ci fosse nessuno. Che strano, chissà cosa stava succedendo! Comunque ho fatto quello che si fa di solito: sono andata a vedere il tabellone con gli orari per sapere quale fosse il gate da cui sarei partita.
E qui ho scoperto che… c’era uno sciopero! NOOOOOOO!!! Un sacco di voli cancellati, e il mio? Dov’è il mio volo? Non lo avrete mica cancellato? Per fortuna no, non lo avevano cancellato e così sono potuta partire.
Dopo aver guardato Venezia dall’alto, ho dormito come al solito. All’arrivo abbiamo avuto il gran regalo che vedete in copertina: un meraviglioso arcobaleno.
I Giardini di Sabatini e il cambio della Guardia
Il giorno dopo sono andata a spasso e, per prima cosa, ho deciso di lustrarmi gli occhi al Palazzo Reale.
La costruzione del palazzo Reale cominciò nel 1735 e finì ne 1764. è stato il palazzo reale da Carlo III ad Alfonso XIII. L’edificio occupa un’area di 135.000 m2 e al suo interno di sono 3.418 camere. Si tratta del più grande palazzo reale d’Europa.
Di fronte al palazzo si possono vedere i giardini di Sabatini. Gli stessi, sono stati realizzati negli anni 30 al posto delle Scuderie Reali. Queste furono progettate da Francesco Sabatini ed è da lui che prendono il nome i giardini.
Ma tornando al mio viaggio estivo a Madrid: quello era il mio giorno fortunato! Infatti, essendo il primo mercoledì del mese, ho potuto assistere al cambio della Guardia Reale. Si tratta di una performance spettacolare che vuole ricordare le parate che si facevano ai tempi dei re Alfonso XII e XIII. Ci sono 400 soldati con 100 cavalli; la parata dura più di un’ora e la banda accompagna la marcia con tamburi, musica e canzoni.
Atocha, Retiro e altre meraviglie
Il giovedì dovevo vedere delle amiche ed abbiamo deciso di incontrarci al parco del Retiro. È un luogo meraviglioso che amo alla follia, un parco così grande da avere una biblioteca, un Palazzo di Cristallo e un lago artificiale al suo interno. Trovate la sua storia in questo articolo, scritto tempo fa.
Il Retiro lo conosco benissimo perché, quando ho vissuto a Madrid per qualche mese, andavo sempre alla Biblioteca Trìas. Avevo deciso di andarci a piedi, in modo da gustarmi la città e le sue bellezze. Secondo me, Madrid è fatta per camminare: ha marciapiedi larghi come una carreggiata, altro che Sandrigo, dove vivo! Naso per aria, camminare senza pensare, spostandosi da una strada all’altra, da un edificio all’altro… Vediamo cosa c’è lì… quell’edificio non l’ho mai visto, aspetta che do un’occhiata, e così via. mi sento parte di Madrid, la vivo, la respiro e mi lascio avvolgere da questa profonda esperienza che la città mi regala.
Non c’era il pericolo che mi perdessi, ormai Madrid non aveva segreti per me. Così sono andata verso la meravigliosa stazione di Atocha di cui ho scritto qui. La sua particolarità è la serra tropicale, di una bellezza da togliere il fiato.
Era arrivato il momento di andare al Retiro a incontrare le mie amiche. Ovviamente, non avevo nessun problema ad arrivare lì (per maggior sicurezza, ho comunque chiesto ad un ragazzo che passava di lì). Quindi armata di mappa cartacea e con Google maps nello smartphone, sono partita.
Ero tranquillissima, sapevo che avrei trovato la biblioteca in un attimo. Il cellulare mi diceva che dovevo camminare per un chilometro e mezzo, ma per me non era un problema: in mezzo a tutti quegli alberi, statue e monumenti, il tempo passa in un attimo. Solo che, anche dopo aver fatto tanta strada, il telefono continuava a ripetermi che mancavano un km. e mezzo. Allora ho deciso di far da sola – diavolerie elettroniche! Mai fidarsi! – ed ho cambiato direzione.
E cammina cammina, la biblioteca non compariva. Ho chiesto a delle persone, ma niente, non sapevano dove fosse la Trìas. Il tempo passava e rischiavo di far tardi all’appuntamento.
Ad un certo punto, ho incontrato una ragazza che conosceva la strada. Non solo me l’ha indicata, ma mi ha accompagnata e mi ha raccontato la sua storia. Era una musicista di Pamplona e si chiamava Maria come me; a causa della pandemia aveva cambiato indirizzo di studi e si era iscritta a medicina. Per questo motivo era un’assidua frequentatrice della biblioteca.
E qui devo spendere qualche parola su questo: succede spesso che io mi perda e, immediatamente, appare qualcuno per aiutarmi. Come quella volta che dovevo andare ad una riunione, era sera tardi, pioveva, io non avevo la mappa, ma solo l’indirizzo. Dopo aver girato invano per un’ora, sono entrata in un’agenzia immobiliare ed ho chiesto aiuto. L’ombrello che sgocciolava sul pavimento, una faccia che immagino non fosse propriamente felice… Insomma, è finita che il giovanotto dell’agenzia mi ha perfino stampato la mappa a colori! Così adesso so che, se mi perdo, trovo sempre qualcuno che mi aiuterà: io li considero una sorta di “angeli”, perché arrivano sempre al momento giusto, quando ho bisogno di aiuto.
Arrivata alla biblioteca sono entrata immediatamente per respirarne l’odore ricordando immediatamente tutti i libri che avevo letto quando avevo vissuto lì, e il caffé, e i meetings di poesia, la bibliotecaria Fatima, i libri in Inglese e Spagnolo (riuscite a immaginare l’emozione nel vedere e poi leggere libri in altre lingue?).
E poi sono uscita ad aspettare le mie amiche, mi sono seduta su una panchina e sono stata lì, tranquillamente e senza pensare a nulla, ma semplicemente permettendomi di gustare quei preziosi momenti.
Per il resto della storia dovrete aspettare il prossimo articolo! Eh, lo so che volevate sapere subito “come va a finire”, ma dovrete aspettare ancora un po’ ;-D
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