Carta, mappa, planisfero, mappamondo e altro per disegnare il luogo in cui viviamo nel modo più corretto possibile.
L’uomo possiede un senso dell’orientamento molto sviluppato; osserva attentamente l’ambiente e, in base ad esso, costruisce dei punti di riferimento per orientarsi nello spazio che lo circonda.
Nel momento in cui l’uomo si allontana dai sentieri conosciuti e cerca di esplorare spazi lontani, incontra difficoltà a orientarsi. Allora costruisce punti di riferimento per le nuove vie e cerca di collegare i nuovi spazi a quelli già familiari. A questo scopo l’uomo può trovare utile disegnare le nuove vie: ecco come nascono le carte geografiche.
2500 anni fa, il filosofo greco Anassimandro disegnò una mappa della terra di forma circolare, al centro disegnò la sua città natale, Mileto; la famosa carta poi diffusa da Ecateo.
Ritroviamo questo modo di rappresentare la terra mettendo il proprio popolo al centro sulle carte geografiche anche in luoghi molto lontani, per esempio tra le popolazioni di Cuzco (Perù) o di Tenochtitlan, oggi Città del Messico, chiamata dagli Aztechi ‘Ombelico del mondo’.
Da quando fu riconosciuto che la terra è sferica, la più fedele riproduzione della superficie terrestre è stata il mappamondo che, tuttavia, non permette di vedere tutta la superficie terrestre con un solo sguardo e di fare confronti tra zone distanti.
Per fare questo è necessario riportare la superficie del mappamondo su un piano.
Questa rappresentazione si chiama proiezione.
Alcune caratteristiche che possiamo osservare su un mappamondo si perdono necessariamente nella rappresentazione piana.
È però possibile scegliere che cosa verrà rispettato e che cosa verrà deformato.
Le carte geografiche oggi più diffuse sono state costruite su una proiezione disegnata da Mercatore, un cartografo fiammingo che aveva tracciato sul mappamondo delle linee che aiutavano chi navigava a trovare la rotta. Nel 1569 Mercatore riuscì a trasportare queste linee dal mappamondo a una carta detta, appunto, Carta di Mercatore che ebbe grande diffusione a partire dal 1600 nell’epoca che seguiva le grandi scoperte geografiche.
Esaminiamo questa carta più da vicino: se tracciamo le due diagonali scopriamo che la posizione dell’Europa è esattamente al centro del mondo.
La linea dell’Equatore non taglia a metà la carta, essa è, invece, spostata più in basso con l’inevitabile conseguenza che tutte le aree dell’emisfero nord risultano ingrandite e tutte le aree dell’emisfero sud rimpicciolite.
All’immagine deformata dei paesi del sud del mondo sulla carta geografica, corrisponde nella storia la visione dell’Europa che pone se stessa e i suoi bisogni al centro del mondo; un’Europa che va all’esplorazione di paesi sconosciuti, con i quali instaura rapporti quasi sempre di conquista.
“L’immagine eurocentrica del mondo si è dimostrata funzionale anche allo sfruttamento del terzo mondo da parte dei paesi industrializzati nell’epoca postcoloniale. La lotta per sostituire la vecchia carta geografica si trasforma così nella lotta contro l’ideologia dello sfruttamento. Un domani migliore non può sorgere da una falsa immagine del passato”.
È il tedesco Arno Peters che vi è riuscito nel 1973.
La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra. È fedele alla superficie, all’asse e alla posizione. La sua scala è esatta, le inevitabili deformazioni sono distribuite regolarmente, è in grado di ritrarre tutta la terra comprese le zone polari.”
Nella carta di Mercatore, la superficie dell’Italia è grande quanto quella della Somalia. In realtà la Somalia ha una superficie due volte più estesa di quella dell’Italia. L’Europa appare più grande del Sudamerica che invece è grande il doppio.
Per non parlare della Groenlandia che appare grande quasi come metà Africa, mentre il continente africano è quasi 15 volte più grande.
La nuova carta geografica ridimensiona il nord del mondo e restituisce al sud la sua giusta estensione; inoltre essa si presta a poter essere scomposta e ricomposta scegliendo quale continente porre al centro.
La geografia interpretata da uno storico, Arno Peters, che ha trovato negli strumenti cartografici un’adeguata tecnica per rappresentare il mondo, basandosi sulla conoscenza della storia, passata e presente, dei diversi popoli della terra.
I planisferi che troviamo con più frequenza nelle scuole derivano dal metodo di riduzione adottato da Mercatore.
Mentre in ambito nautico l’uso della proiezione di Mercatore è giustificato dall’esattezza degli angoli necessari per la navigazione, risulta incomprensibile che in ambito educativo si continui a trasmettere un’immagine del mondo così deformata ed eurocentrica.
Esistono planisferi ad aree equivalenti elaborati nell’ambito della ‘cartografia ufficiale’, ma non sono diffusi, forse anche a causa della loro forma.
Peters ci ha lasciato in eredità la sua carta del mondo per educare all’equità, alla solidarietà, al rispetto dei diritti.
La stessa conoscenza della realtà in cui viviamo non può prescindere dal considerare situazioni e problemi solo apparentemente lontani, pensiamo ad esempio alla questione della salute o a quella dell’acqua, dell’alimentazione, dell’agricoltura, ai problemi climatici e ambientali, alle malattie, alla crisi delle risorse energetiche, ai conflitti e alle guerre.
In un mondo in cui sempre di più e irreversibilmente le realtà delle persone e dei popoli sono intrecciate l’una all’altra, il confronto, la cooperazione e la solidarietà costituiscono le basi indispensabili per uno sviluppo sostenibile a vantaggio di tutti e di ciascuno.
Testo a video: “Ora, dopo secoli di egocentrismo, possiamo vedere il nostro paese dal punto di vista del mondo e non viceversa. Poiché si è sempre pensato che le carte geografiche riproducessero la realtà in modo obiettivo, scoprendone ora il carattere ideologico, siamo esortati a verificare tutta la nostra concezione del mondo.” (Arno Peters)
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