Un saluto allo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano
Ieri è stato un giorno tragico per la letteratura tutta: dopo la notizia della scomparsa dello scrittore e premio Nobel tedesco Günter Grass, è giunta quella della morte dell’uruguaiano Eduardo Galeano.
Amo molto Galeano per il suo inneggiare a un mondo senza confini. E allora prendo a prestito un suo brano trovato nel sito: due paragrafi: Posto sia la versione inglese che la traduzione italiana:
I write hoping to help people rediscover the human rainbow, its splendid colors, its shimmer. That rainbow, our rainbow, has been mutilated by racism, sexism, elitism, and all the other isms that prevent us from seeing ourselves in the fullness of our potential beauty.
In that sense, my writing could be defined as an attempt to refute borders on the map and on the calendar. I would like to draw on what I have lived to help sow appreciation of the universality of human experience. Because, I confess, I am a lover of people from other times and other places, which is in a way a response to the compulsory globalization of today’s world. To counter globalization ruled by money, with all its powerful talk, my stories try to reclaim an internationalism born centuries ago out of celebration of human diversity.
Scrivo nella speranza di aiutare le persone a riscoprire l’arcobaleno umano, i suoi splendidi colori, il suo luccichio. Questo arcobaleno, il nostro arcobaleno, è stato mutilato da razzismo, sessismo, elitarismo, e tutti gli altri ismi che ci impediscono di vedere noi stessi nella pienezza della nostra potenziale bellezza.
In questo senso, la mia scrittura potrebbe essere definita come un tentativo di confutare confini sulla mappa e sul calendario. Vorrei disegnare su quello che ho vissuto per aiutare a disseminare apprezzamento per l’universalità dell’esperienza umana. Perché, lo confesso, sono un amante di persone provenienti da altri tempi e altri luoghi, che è in un certo senso una risposta alla globalizzazione obbligatoria del mondo di oggi. Per contrastare la globalizzazione governata dal denaro, con tutto il suo forte chiacchiericcio, le mie storie cercano di recuperare un internazionalismo nata secoli fa dalla celebrazione della diversità umana.
E poi, in un blog dove l’immigrazione è un argomento fondamentale, non può mancare questo prezioso pezzo di Eduardo Galeano:
Cristoforo Colombo non poté scoprire l’America perché non aveva il visto e non aveva neppure il passaporto,
Hernàn Cortès e Francisco Pizarro rimasero con la voglia di conquistare il Messico e il Perù perché non avevano il permesso di soggiorno,
i pellegrini del Mayflower furono restituiti al mare, perché sulle coste del Massachussets non c’erano quote aperte d’immigrazione.
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