Una lettera su Sandrigo 30 di gennaio

Sandrigo 30, cartolina, parlare potabile
Da Sandrigo 30, lettera copiata pari pari, senza modifiche:

[…] Un argomento che gira sovente in questo periodo è quello sugli extracomunitari, in tanti si chiedono ed io mi chiedo, ma tutta questa folla di immigrati che vediamo in giro per le nostre strade, tutta questa gente di colore che vediamo girare per il paese a tutte le ore del giorno e non come si dice: “de menaton” quasi sempre col cellulare di ultima generazione appiccicato all’orecchio si sa chi sono? Da dove vengono, dove abitano, cosa fanno e come campano? Esiste un censimento di queste persone, non saranno mica tutti a lavorare a turno o liberi professionisti con tanto tempo libero? Non si è mai visto a Sandrigo tanta gente “foresta” come in questi ultimi tempi alla faccia della legge sul reato di immigrazione, ma quante di queste persone sono in regola con un lavoro, una casa? Quante di queste persone sono per bene ed affidabili? ci si può fidare? siamo tranquilli con chi ci sta vicino? o sarebbe meglio fare come ha proposto il comune di Romano d’Ezzelino ad un intervento della Guardia di Finanza per un controllo a tappeto del territorio alla tutela della legalità, con accertamenti sulle persone che vanno continuamente a chiedere contributi e aiuti vari?
Noi così detti regolari, gente nata qua che viviamo a Sandrigo, che ci conosciamo ci salutiamo per strada, ci informiamo della nostra salute, noi residenti qui da sempre, schedati, registrati, controllati su tutto, anche su quanti sacchetti di immondizie svuotiamo, perché dobbiamo avere dei doveri e degli obblighi che altri non hanno?
Le regole valgono per tutti e se davanti alla legge siamo tutti uguali e non ci possono togliere degli obblighi allora che ci diano almeno i privilegi degli ultimi arrivati.
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