L’identità secondo Maluf
In tutte le epoche gli uomini hanno creduto che ci fosse una sola appartenenza fondamentale, talmente superiore alle altre in ogni circostanza da poterla chiamare legittimamente identità. Per gli uni, la nazione, per altri la religione, o la classe sociale.
Ma basta far scorrere lo sguardo su differenti conflitti che si svolgono attraverso il mondo per rendersi conto che nessuna appartenenza prevale in maniera assoluta. Là dove gli uomini si sentono minacciati nella loro fede, è l’appartenenza religiosa che sembra riassumere la loro intera identità. Ma se a essere minacciato è il loro idioma materno o il loro gruppo etnico,allora si battono accanitamente contro i loro stessi correligionari. I turchi e i curdi sono egualmente musulmani, ma differenti per lingua; il loro conflitto è meno sanguinoso? Gli hutu e i tutsi sono cattolici e parlano la stessa lingua; ciò ha impedito loro di massacrarsi?
Cechi e slovacchi sono ugualmente cattolici; la cosa ha favorito la loro vita in comune?
Tutti questi esempi, per insistere sul fatto che, se esiste, in ogni momento, fra gli elementi che costituiscono l’identità di ciascuno, una certa gerarchia, essa non è immutabile, cambia con il tempo e modifica in profondità i comportamenti.
Da quando ho lasciato il Libano, nel 1976, per trasferirmi in Francia, mi è stato chiesto innumerevoli volte, con le migliori intenzioni del mondo, se mi sentissi più francese o più libanese. Prima o poi, a uno straniero questa domanda viene rivolta, e risponde invariabilmente ‘l’uno e l’altro’. Ciò che mi rende come sono e non diverso, è l’esistenza fra due paesi, fra due o tre lingue, fra parecchie tradizioni culturali ed è proprio questo che definisce la mia identità. Sarei più autentico se mi privassi di una parte di me stesso, quindi delle mie vicende, delle mie storie, che si sono compiute al di là del luogo, il Libano in cui sono nato.
Naturalmente l’identità non si suddivide in compartimenti stagni, non si ripartisce né in metà, né in terzi. Non ho parecchie identità, con questo, ne ho una sola fatta di tutti gli elementi che l’hanno plasmata secondo un dosaggio particolare, che non è mai lo stesso da una persona all’altra.
In ogni uomo e donna si incontrano molteplici appartenenze, che a volte si contrappongono tra loro e lo costringono a scelte penose. Se ciascuno di questi elementi, cosiddetti identitari, può riscontrarsi in un gran numero di individui, non si trova mai la stessa combinazione in due persone diverse. Ed è proprio ciò che fa sì che ogni essere sia unico e insostituibile.
Tratto da L’Identità di Hamid Maluf
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