Come scrivere la propria autobiografia
Introduzione all’autobiografia e alla metodologia autobiografica. La scrittura della propria storia di vita. I fondamenti teorici e le applicazioni pratiche.
Capita sempre più spesso di entrare in libreria e imbattersi nell’autobiografia di qualche personaggio famoso.
Generalmente sono storie di vita scritte per accrescere la fama e finalizzate, quindi, a raggiungere maggiormente il proprio pubblico di ammiratori. C’è però un’altra forma di scrittura di sé: quella delle persone comuni, che non sono affatto interessate a pubblicare un libro che diventi best-seller, ma che desiderano soltanto conoscersi e capirsi meglio.
Queste persone possono decidere di affidarsi alla metodologia autobiografica, che in Italia si pratica ormai da dieci anni grazie al lavoro incessante della Libera Università dell’Autobiografia (LUA) di Anghiari (AR). La Lua è un’associazione no profit il cui direttore scientifico è Duccio Demetrio, docente di filosofia ed educazione degli adulti presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Milano Bicocca.
Nel 1996 Duccio Demetrio ha scritto: “Raccontarsi, l’autobiografia come cura di sé”, ed. Raffaello Cortina, libro che ha posto le basi alla pratica autobiografica in Italia, permettendo al grande pubblico di conoscerne la metodologia e metterla in pratica.
La metodologia autobiografica si rifà alla capacità che hanno le persone di imparare dall’esperienza. È il cosiddetto “pensiero narrativo“.
Prendendo la parola per scrivere, si diventa consapevoli di esistere e di occupare un posto nel mondo; si guarda alla propria storia dall’esterno, diventandone un personaggio; si mettono insieme tutti i pezzi sparsi, gli episodi, i fatti i luoghi, le persone, dando loro una collocazione in un tempo e uno spazio precisi; si costruiscono delle teorie per capire il senso di quanto è accaduto.
Per cominciare è consigliabile:
- Tenere un diario quotidiano.
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Scrivere a ruota libera tutto quello che viene in mente, senza preoccuparsi di dare un ordine ai ricordi, né pensare alla forma di ciò che si scrive.
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È importante raccogliere il maggior numero possibile di indizi limitandosi ad annotarli.
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Dopo qualche tempo si possono riprendere gli appunti, rileggendoli per vedere se qualcosa colpisce in modo particolare.
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Si può poi scegliere un ricordo, una parola, un pensiero, un fatto e svilupparlo.
Succederà così che, senza rendersene conto, si ricorderanno altri fatti collegati a quanto scritto in precedenza e questo porterà a scrivere altri ricordi in un crescendo di cerchi concentrici e infiniti.
Solo a questo punto, si potrà sistematizzare il proprio lavoro dandogli un ordine e arrivando, infine, ad un’autobiografia completa.
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